lunedì 4 dicembre 2006

La magia di un innesto

Ho sempre pensato che ci sia un grande fascino in un innesto. Poter prelevare un minuscolo rametto con poche gemme, magari in un luogo lontanissimo dove stiamo trascorrendo le vacanze - a me è successo recentemente in Finlandia e in Siberia - conservarlo per parecchi giorni, e ritornati a casa innestarlo, ottenendo così una pianta con le stesse caratteristiche della pianta madre trovo che ha del magico. Oppure acquistare qualche frutto di qualità particolare, sia un agrume oppure una drupacea, badando che abbia attaccato al picciolo qualche fogliolina e da questa piccola porzione, con la medesima tecnica ottenere una piantina che ci darà, di solito già nel secondo anno, frutta identica. Tutto questo continua a sembrarmi straordinario.
La storia dell’innesto si perde nel tempo, molto lontano.
Pare che i soliti cinesi, già 7/8000 anni or sono conoscessero questa tecnica.
Come potevano non nascere leggende sull’origine degli innesti? Una di queste leggende attribuirebbe addirittura a Saturno il merito di aver insegnato agli uomini questa operazione.
Ma, senza voler disturbare gli dei, senz'altro l’innesto nasce dalla curiosità e dall’attenzione degli uomini: in tempi remoti avranno visto due rami che per il prolungato contatto si erano saldati e probabilmente da quell’osservazione, lentamente è partito tutto.




Innesto di Cornus florida.

Dopo 25 giorni si nota la
crescita di callo cicatriziale
che ha saldato i tessuti
della marza con il portainnesto





Questa tecnica ha contribuito, da circa un millennio, a riprodurre molti degli OGM che noi osserviamo nei giardini o gustiamo a tavola: ogm vuole dire organismo geneticamente modificato, e tutte le piante che si coltivano sono ormai state modificate dall’uomo, con la selezione e con l’ibridazione - naturale o “assistita”- oppure isolando mutazioni spontanee di parti di una pianta. Gli ogm che oggi spaventano molti, benché finora nessuno abbia potuto provare quali danni possano causare, sono gli organismi geneticamente “manipolati”, dove l’uomo interviene direttamente sui cromosomi.
Il vero boom degli innesti risale all’avvento della fillossera. Per poter superare questa avversità, che uccideva tutte le viti, si è ricorso all’innesto su una specie di uva resistente a questa malattia.
Ma non è della storia degli innesti che volevo parlare, bensì di un tipo di innesto molto facile, alla portata di tutti e che offre la possibilità di ottenere i risultati suddetti anche in stagioni e situazioni non propizie all’esecuzione di questo intervento.
Sui testi che trattano di innesti ancora oggi si insegnano le stesse varie tecniche descritte da oltre 50 anni. La storia dell’innesto di cui vado a parlare è molto più recente e non l’ho mai trovata sui testi. Non sarà, come io sostengo, (facendomi dei nemici sia tra gli autori che tra i professionisti del settore che non vogliono vengano divulgati i segreti del mestiere) che i libri vengono scritti copiando ampliamente dai precedenti, vedi le solite bibliografie?

Il problema che limita drasticamente queste possibilità, è dovuto al fatto che non basta prelevare un piccolo rametto, dove intendiamo innestare il medesimo dovremmo avere disponibile un selvatico, ossia una pianta compatibile su cui innestarlo; a proposito, per conservare il rametto, che deve essere “maturo”, è necessario, appena raccolto, privarlo delle foglie senza danneggiare le gemme, bagnarlo con acqua pulita e riporlo in un sacchetto di nylon, tenendolo nel posto più fresco possibile. In questo modo può resistere qualche giorno, con un frigo a disposizione anche qualche mese.
L’operazione dell’innesto è molto semplice da vedere, meno da descrivere, ma ci provo, semplificandola al massimo. Nella pianta ospitante, il cui tronchetto, come misura ideale, dovrebbe essere poco più grande di una matita, si deve ridurre la chioma di un terzo, quindi si pratica un’incisione - di solito poco sopra al colletto - lunga 2 cm. circa, partendo dall’alto verso il basso e andando in profondità, a questo punto si inserisce il rametto dove, con due tagli, sarà stata fatta la punta come un cuneo. E’ indispensabile che le cortecce combacino almeno da un lato.
Legate con un elastico, 3/4 giri sono sufficienti. A questo punto l’innesto è finito, ma... il segreto viene adesso!
Il tutto deve essere avvolto come una caramella con un foglio impermeabile, si può usare in pezzo di nylon bianco opaco (come quello delle borse di plastica), in questo modo si crea un microambiente ricco di umidità che stimola la generazione di abbondante callo sia nel soggetto che nella marza, quest’ultima viene anche difesa dall’eccessiva traspirazione.
Non resta che aspettare che si compia la magia.
Dopo 25-30 giorni si può togliere la protezione.
Con questa tecnica si possono riprodurre piante “difficili” come gli aceri giapponesi, che non attecchiscono con gli innesti tradizionali o altre piante come quelle da frutta anche in stagioni non giuste, praticamente il periodo inizia da fine maggio a fine settembre, ma può anche essere più lungo.

21 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve sig. renato, sono uno studente di medicina con la passione per le piante, hibiscus in particolare. Recentemente ho riprodotto con successo (per talea) un esemplare di hibiscus hawaiano dai fiori molto grandi, bianchi e col centro rosso bordato di rosa (credo che si chiami "Madonna"), ma temo che la vigoria della pianta madre sia dovuta al fatto che è innestata. Perciò quale varietà potrei utilizzare come portainnesti? Alcuni "giardinieri" mi han detto di usare quello rosa molto vigoroso che cresce fino a 10mt... E poi quale tecnica? A spacco centrale o con incisione laterale a T? Le sarei molto grato se mi aiutasse con i suoi consigli...

Renato Ronco ha detto...

Sono diversi gli hibiscus havaiani. Da noi è soprattutto associato all'hibiscus rosa-sinensis, non so di quale si trotti il suo, sarebbe utile sapere dove ha prelevato la talea, anche se il nome 'Madonna' fa pensare ad un ibrido.
Vengono riprodotti generalmente per talea, ma se la sua pianta manifesta uno sviluppo stentato varrebbe la pena provare con un innesto.
Come portainnesto le consiglio di procurarsi una piantina di rosa-sinensis, scegliendo la più vigorosa che trova, per poi innestarla nel mese di agosto.
Come innesto le suggerisco l'inserto laterale, che ho provato su tantissime piante diverse con successo (mai provato su un ibisco).
La tecnica è spiegata sul blog, le ricordo solo che la marza prelevata dovrà essere "matura", cioè ben lignificata e non in vegetazione, andranno tolte le foglie e, importante per il successo, avvolta per 25/30 giorni con nylon opaco o altro materiale non traspirante.
Non credo che sia compatibile l'innesto su hibiscus siryacus, decisamente più vigoroso, ma... mi è venuto la curiosità di provare.

Anonimo ha detto...

Salve, sono diventat da qualche anno appassionto di aceri, la mia collezione attualmente è esigua, sono a quota 10, ma è in continua crescita..
Quest'estate vorrei cimentarmi con i primi innesti, per puro divertimento. Ho 4 piante pronte, le altre sono ancora piccole..
Ho letto in giro diverse guide, alcune semplici alcune più complicate, e ho deciso di iniziare dalle più semplici, che poi è lo stesso procedimento indicato nel suo articolo...
2 delle piante pronte sono cresciute di più in altezza rispetto alle altre due, quindi volevo approfittarne per innestare alto un dissectum, visto che ce ne sono un paio dalle mie parti bellissimi che non riesco ad identificare, ..meglio riprodurli :-) So che i dissectum si possono anche innestare bassi come gli eretti, ma so anche che spesso vengono innestati più alti, per rendere meglio l'effetto a cascata/ombrello. ..ma qui viene la confusione, perchè se è abbastanza facile trovare informazioni su come fare un innesto basso, è molto difficile troverle per l'innesto alto.
Alcuni mi hanno detto che vanno messe nello stesso taglio 2-3 marze, altri mi hanno detto che vanno messe 2 marze in 2 tagli diversi, altri ancora mi hanno detto di fare esattamente come l'innesto basso, quindi 1 taglio e una marza, ..solo più in alto, tipo 40-80-120 cm..
Lei cosa mi consiglia?
Grazie.
Giampietro.

Renato Ronco ha detto...

La posizione dell'innesto, alto o basso, non ha importanza, la tecnica è la medesima. Due o più marze nel medesimo taglio mi riesce persino difficile da capire come si possano legare, per cui escluderei questa ipotesi. Normalmente nel caso di innesto alto, per formare alberelli, si usano due tagli opposti con una marza per taglio, legate con il medesimo elastico. Io preferisco fare un primo innesto con una marza, poi, un paio di cm. sotto e a 90° circa dal superiore, un secondo innesto: La posizione a 90° è semplicemente perché se si fanno opposti e allo stesso piano non è poi possibile eliminare il selvatico appena sopra le marze senza rischiare di romperle. Comunque va bene tutto, qualsiasi posizione, si ricordi solo che le marze devono essere "mature" al momento del prelievo.

Anonimo ha detto...

Grazie mille della risposta immediata e complimenti per il blog, bello e utile..
Per i due innesti a 90° e altezze differenti, intendi un primo innesto, poi il secondo solo quando è cicatrizzato il primo o simultanei?
Penso di avere abbastanza info per provarci, vediamo cosa riesco a combinare..
Per il periodo fine luglio va bene o altro? ..il taglio del portainnesto lo si fa a settembre o la primavera seguente?
Giampietro.

Renato Ronco ha detto...

Giampiero, rispondo in ritardo per motivi “tecnici”.
I due innesti vanno fatti nel medesimo momento.
Fine luglio va bene, compreso tutto agosto, per il taglio della parte sopra l’innesto meglio aspettare la primavera, quando le gemme della marza inizieranno a vegetare

Anonimo ha detto...

..ok, seguirò le istruzioni.
Ovviamente nessun problema per le risposte in ritardo, è già tanto trovare gente gentile e disposta a dare consigli, figuriamoci se ci si può lamentare del ritardo..
Grazie!

Anonimo ha detto...

..3 innesti effettuati, 1 eretto e 2 dissectum. L'eretto il 29 luglio i 2 dissectum il 6 agosto.
Leggevo in giro le varie guide e tutte dicono come te di tenere chiuso il "sacchetto" per un mesetto per creare umidità, tranne 1 articolo che dice di tenere tutto chiuso per 15 giorni, poi aprire la parte inferiore per far defluire l'umidità e lasciare chiuso sopra per altri 15 giorni.
Può essere utile aprire sotto dopo due settimane?
Volevo anche chiederti,durante il periodo l'umidità che si crea forma anche della condensa/goccioline visibili? ..perchè io in due dei tre innesti ho utilizzato un secchetto gelo, quindi da fuori intravedo l'interno e volevo capire se devo aspttarmi della condensa o meno(i due più recenti per ora sembrano asciutti ma sono passati solo 2 giorni, l'altro ha già dieci giorni ma è sul balcone di mia mamma e non l'ho ancora controllato.
Ciao.
Giampietro.

Anonimo ha detto...

..altre 3 cosine, come vanno esposti una volta innestati, sole-mezzombra-ombra? ..io vivo in provincia di Monza e Brianza.
Visto che come ho detto da fuori riesco a intravedere l'innesto, dopo quanto tempo solitamente si iniziano a vedere segni di cicatrizzazione?
La grandezza del sacchetto influisce? ..perchè in uno le marze sono un pò più lunghe quindi il sacchetto è venuto più grande, meno raccolto. Quest'ultimo va bene anche se è chiuso "quasi" ermeticamente o deve avere un minimo di traspirazione? ..io avendo usato dei sacchetti li ho tagliati sotto, ci ho fatto passare attraverso il vaso poi ho chiuso sopra e sotto, quindi è praticamente "chiuso", ..va bene?
Ciao!
Giampietro.

Anonimo ha detto...

..intanto visto che ho letto in giro che è meglio che stiano riparati anche dalla luce ho pensato che il sacchetto gelo fosse troppo trasparente, quindi ho un pò coperto con carta del pane/di giornale, ..spero non sia troppo tardi..
..che casino fare le cose quando non si sanno fare, ..ma se non si sperimenta..
Ciao.
Giampietro.

Renato Ronco ha detto...

Giampiero,
Per praticità, non usare “sacchetti”, ma carta da macellaio, legata sopra e sotto come una caramella, con la parte cerata all’interno. Il materiale trasparente temo scaldi troppo all’interno. Devi lasciare tutto chiuso per almeno 20 giorni, 15 sono pochi. La condensa si forma ma non importa, anzi!
Facendone migliaia non mi curo dell’esposizione, attecchiscono sia quelli interni, in ombra fitta, che i laterali. Dopo 15 giorni si comincia a vedere il callo. La carta aderisce alla marza, è sufficiente sia un paio di cm. sopra e sotto, per consentire la legatura (filo ferro plasticato tipo pacchi per il freezer). La chiusura deve essere praticamente ermetica.

Anonimo ha detto...

Perfetto, seguirò alla lettera i consigli il prossimo anno, quest'anno purtroppo avevo a disposizione solo 3 piante. ..una tra l'altro innestata da 13 giorni, le altre due ormai da 6 giorni, ..cosa devo fare, cambio il sacchetto o ormai è tardi ed è meglio lasciare così con la protezione aggiuntiva che ci ho messo? ..nella situazione attuale le possibilità di successo si abbassano a zero o qualche speranza c'è?
Grazie dei preziosissimi consigli!
Giampietro.

Renato Ronco ha detto...

Non è così importante cambiare sacchetto ora, se vuoi puoi farlo senza pregiudicare nulla.
Le probabilità di successo sono alte, ma dipendono da due cose essenziali: la marza non deve avere preso aria (questo lo puoi verificare, se è ancora bella fresca sei a posto). Puoi aprire e chiudere il sacchetto quante volte vuoi, non è questa aria di un minuto che può danneggiarla.
Determinante è che tu abbia preso marze "mature", diversamente non ne attecchirà una.

Anonimo ha detto...

L'eretto è fallito ma la marza non mi convinceva quindi poteva essere prevedibile. Uno dei 2 dissectum sembrerebbe perfetto, entrambe le marze hanno un buon callo. L'altro diss ha una marza che sembra ok l'altra sembra avere un pò di callo ma non so se è sufficiente.
Adesso come procedo? ..l'elastico quando è da togliere? ..poi più avanti mi dirai anche come tagliare il portainnesto..
Mi chiedevo se è normale questo: quando ho controllato i 2 diss a circa 14-15 giorni mi era sembrato di non vedere nessun accenno di callo, soprattutto su quello che adesso sembrerebbe perfetto, mentre quando li ho ricontrollati al giorno 27 li ho trovati come ho scritto sopra. Se il callo ha saldato la marza all'innesto significa che è ok o può succedere che il callo venga prodotto troppo tardi solo dal portainnesto con la marza ormai andata? ..mi sono incartato un pò ma spero si capisca cosa intendo.
Grazie.
Giampietro.

Renato Ronco ha detto...

Ora non c’è nulla da fare. L’elastico non si toglie fino alla primavera inoltrata (quelli che uso io sono ”programmati” in modo che per quella data si sfaldano da soli).
Il portainnesto puoi tagliarlo in due tempi, sempre in primavera. Appena si gonfiano le gemme lo dimezzi, quando inizierà a vegetare lo puoi tagliare appena sopra al punto di innesto.
14/15 giorni sono pochi per vedere il callo.
Il fatto che vedi il callo ben saldato tra marza e portainnesto è una gran cosa, ma la verifica ultima l’avrai in primavera, quando inizierà a vegetare.


Anonimo ha detto...

Ciao, tre domande da totale neofita di questa tecnica: quante gemme deve avere indicativamente la marza? Quando dici "maturo", parliamo comunque di un ramo dell'anno? Infine, per ridurre la chioma del selvatico di un terzo, può andar bene togliere una foglia su tre?
Grazie molte,
Antonello

Renato Ronco ha detto...

Ciao Antonello.
Io lascio da 2 a 4 gemme per marza, a seconda della lunghezza dell'internodo.
Per maturo intendo a vegetazione ferma e lignificata. Di solito si usano rami di un anno, ma nel caso degli aceri, in certe varietà, ad esempio A. palm. senkaki, per avere l'attecchimento occorre usare rami di due anni, scegliendoli tra i più piccoli.
Per ridurre la chioma del selvatico, operazione non indispensabile, non tolgo le foglie ma accorcio,il rametto.

Anonimo ha detto...

Grazie. Volendo provare con un pesco, credo che per avere rami lignificati dovrò indirizzarmi verso quelli dell'anno scorso, perché anche a fine estate quelli nati quest'anno saranno ancora verdi. Ci proverò.
Ciao,
Antonello

lucrezia ha detto...

signor renato.
ho letto questa discussione interessante.mi proponevo infatti di innestare un piccolo melo selvatico con una varieta' di melo che potrebbe interessarmi . ho un amico che possiede alcuni meli ed è disponibile . a darmi dei rametti perchè io possa innestare il mio selvatico .
posso innestere qualsiasi verieta' di melo? il selvatico è una piantina nata da seme di mela verde . granny smith. grazie
saluti da luc .

Renato Ronco ha detto...

Qualsiasi varietà Lucrezia, avendo cura di scegliere le marze meno vigorose e a vegetazione ferma. Meglio aspettare metà agosto, quest'anno tutto è in ritardo. I meli non fanno callo visibile, ma attecchiscono bene.

lucrezia ha detto...

renato ,, grazie ,,
pero' il problema sarebbe sapere quando la vegetazione è ferma , da cosa si deduce?
le marze meno vigorose .. quali sono?
saluti renato grazie mille ed alla prossima da luc