giovedì 11 settembre 2014

La farfalla pisello

giardinaggio luglio-agosto 2014

Non conoscevo questa pianta speciale, con il fiore dalla forma molto particolare. 
Qualche anno fa mi erano arrivati diversi semi da una conoscente, al ritorno da un viaggio in Kenya; non aveva saputo dirmi nulla dei semi che mi aveva portato.
La classica forma del baccello che avevano alcuni, mi avevano subito indotto a  pensare che doveva trattarsi di una leguminosa, ma le  mie conoscenze erano finite li.
Dopo avere seminato tutti i semi ho atteso la magia, che succede ogni volta che nasce una pianta, specie quando non la si conosce. Tra i primi nati c’era lei, dal modo di svilupparsi - foglie composte, chiara tendenza ad “arrampicarsi” -  si consolidava l’idea che si trattasse proprio di una leguminosa.
La fioritura è stata precoce e il fiore si è rivelato, per me, una vera sorpresa, per il colore, per la forma.
Per trovare, scoprire il nome, ho dovuto ricorrere all’aiuto di internet. Pubblicata una foto sul mio blog in breve mi è arrivata la risposta: Clitoria ternatea L.
Ora non devo più spiegare, risparmiandomi qualche esitazione, la forma del fiore.
All’inizio del 1800 questa pianta per il nome assegnatogli, aveva provocato non poche polemiche tra i botanici più famosi. 
James Edward Smith, Amos Eaton, Michel Étienne Descourtilz e altri, sostenevano che un minimo di buon gusto non doveva consentire di assegnare, al genere di questa pianta, un nome che richiamasse in modo così diretto la parte di un organo femminile particolarmente delicata (*), ma i tentativi di cambiargli nome non ebbero successo; con buona pace di tutti continua a chiamarsi clitoria.
Non è tuttora certa la sua origine, si parla sia di America latina che dell’Asia, si tratta comunque di una pianta che richiede un clima tropicale e che ora si incontra in tutta la fascia tropicale; dove trova il suo clima congeniale può diventare invadente.
Noi non corriamo il rischio di essere invasi; quando la temperatura scende sotto i 15° la pianta comincia a soffrire fino a morire; nella mia serra, dove in inverno la temperatura minima si attesta sui 10° non riesce a sopravvivere.
La sua grande diffusione in tutto il mondo, è dovuta, più che alla bellezza curiosa del fiore, al fatto che veniva considerata una ottima pianta da foraggio.
Le mie piantine hanno dimostrato grande vigoria iniziale e precocità di fioritura, che ha portato alla rapida formazione di piccoli baccelli e alla maturazione dei semi chiudendo il ciclo, tanto che per alcuni anni le riseminavo in serra calda, nel mese di febbraio insieme ai pomidori, trattandole come piante annuali, per il sottile piacere di osservare la sorpresa delle persone che le vedevano in vivaio per la prima volta.
Questa pianta è importante nella medicina tradizionale indiana (ayurveda),   conosciuta  e utilizzata fin dall'antichità, ed è una delle quattro erbe tradizionalmente utilizzate nel Shanka Pushpi, per migliorare la salute mentale e per aumentare l’energia.
Viene anche chiamata “farfalla pisello”, e ne esiste un cultivar a fiore doppio, ma a mio avviso perde tutto il sottile fascino che ha la forma tradizionale del suo fiore.

5 commenti:

Marta ha detto...

Io invece quest'anno sto coltivando la vigna caracalla, e sono molto contenta. Sospetto però che le formiche mi rovinino i fiori. In inverno devo ritirarla in serra? abito a Verona ma d'inverno fa anche -12 gradi.

Renato Ronco ha detto...

Non conosco il fagiolo caracalla. ho cercato di documentarmi. A mio avviso penso che non resista al freddo, ma che possa, con semina precoce, completare il ciclo nella stagione e maturare i semi, come la clitoria e il fagiolo. Credo sia difficile farla vivere in serra, ma occorre... provare.

Marta ha detto...

E così farò. Se mi fa qualche semino te lo spedisco. E' una pianta bellissima e molto profumata. Grazie ciao

Anonimo ha detto...

E' bellissimo per me sapere che ho i semi di questa pianta.Di solito tutto ciò che vedo sul suo blog per me è un attraente mistero, ma l'anno scorso mi sono iscritta all'A.D.I.P.A e ho chiesto tra gli altri questi semi.
Spero di riuscire a vedere almeno qualche fiore,nelle mie difficili condizioni di spazio. Un caro saluto da quella dell'"oleandro nel vaso rotto" ,Tiziana

Renato Ronco ha detto...

Buonasera Tiziana,
Bisogna seminarli molto presto, all'inizio della primavera. Ora dovrebbero già essere fioriti.
Buona serata